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La mia rubrica personale

Le confezioni e le etichette dei prodotti sappiamo cosa ci dicono?

Sappiamo davvero trarre informazioni dalle etichette e dalle confezioni dei prodotti?

Ormai sappiamo benissimo che è consigliato controllare l’elenco degli ingredienti presente nelle etichette dei prodotti che acquistiamo, ma lo facciamo? 

Sappiamo che gli ingredienti sono in ordine decrescente e ricordiamoci sempre di controllare quando in bella vista c’è la scritta che dice per esempio: “Succo di Mango puro al 100%” a quel punto mi devo chiedere: “ok in che percentuale è presente in questa confezione il Mango?” 

Per legge, è sufficiente che all’interno di una confezione ci sia un 5% di prodotto (nello specifico dell'esempio MANGO) per poter mettere in bella mostra l’ingrediente di richiamo principale a lettere cubitali, per fare un altro esempio, nelle bustine di formaggio grattugiato è possibile trovare la dicitura "Parmigiano Reggiano Grattugiato" ma andando a controllare gli ingredienti, si può scoprire che oltre al Parmigiano ci sono anche altri formaggi in quantità variabili, quindi leggiamo sempre l’elenco degli ingredienti per non avere sorprese. 

Sappiamo riconoscere qualche additivo se scritto col loro nome per esempio acido citrico, ma se scritto con una sigla che solitamente inizia con la lettera “E” seguita da un numero, non sappiamo già più cosa sia e per scoprirlo bisogna fare una ricerca su internet, ma lo verifichiamo prima di acquistare il prodotto? Difficilmente e alla fine ci mangiamo cose che non volevamo.

Cosa sappiamo sulle certificazioni di qualità riportate sulle confezioni SE PRESENTI?

Sappiamo che differenza c’è tra le certificazioni di sistema produzione di qualità e quelle di prodotto di qualità?

Vediamo per iniziare cosa si intende per QUALITA’ 

Nel tempo il concetto di qualità ha subito diverse trasformazioni, per arrivare a quella che è la definizione attualmente in uso: “Grado con cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfano i requisiti”. In pratica è la capacità di un’organizzazione o azienda di soddisfare le richieste o le aspettative espresse da tutte le parti interessate coinvolte, come ad esempio i clienti, le associazioni di categoria, enti di controllo e qualsiasi altra parte coinvolta nei processi aziendali.     

Le certificazioni di qualità sono obbligatorie o volontarie?

Le certificazioni di qualità sono delle procedure volontarie attraverso le quali degli enti terzi indipendenti di certificazione dichiarano che, un determinato prodotto, è conforme a una specifica norma. 

Le motivazioni principali per cui le aziende vogliono essere certificate sono sicuramente la voglia di: 

 ·        Valorizzare la qualità e l’origine dei prodotti realizzati;

 ·        Focalizzare l’attenzione nei confronti dei clienti, delle loro richieste e delle loro aspettative; 

 ·        Tutelare la salute dei consumatori garantendo il rispetto di requisiti di sicurezza alimentare. 

 Il primo passo per un’azienda che vuole acquisire una certificazione di qualità è selezionare lo standard di certificazione a cui fare riferimento.   Quali sono gli standard per le certificazioni volontarie di qualità? 

Prima di elencare le diverse norme, va definito che le certificazioni di qualità si suddividono in due macro-categorie: 

 1.     certificazioni di sistema; 

 2.     certificazioni di prodotto.  

 Per certificazioni di sistema si intendono tutte quelle norme e linee guida, redatte con l’obiettivo di migliorare l’efficacia e l’efficienza dei processi aziendali. Tra questi standard ci sono le norme del sistema ISO, un insieme di normative e di linee guida redatte dall’ Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione e riconosciute a livello internazionale.

 Le ISO applicabili dalle organizzazioni nel settore agroalimentare sono: ·        ISO 9001:2015 – Standard di gestione per la qualità. Questo standard fa sì che i processi aziendali siano focalizzati verso il cliente e verso il miglioramento continuo. 

 ·        ISO 14001:2015 – Standard di Gestione Ambientale. Certificandosi rispettando questo standard, l’azienda si impegna nel definire e conseguire obiettivi atti a tutelare l’ambiente. 

 ·        ISO 22000:2018 – Standard per la sicurezza alimentare. Tutte le aziende del settore alimentare che vogliono implementare il loro piano di autocontrollo e fornire una maggiore garanzia sulla salubrità degli alimenti che producono, possono certificarsi rispettando i requisiti definiti dalla presente norma. Altri standard di qualità ampiamente diffusi nel settore agroalimentare sono le norme della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) riconosciute dall’organismo GFSI (Global food safety Initiative)   

Le certificazioni di prodotto, invece, sono degli atti formali attraverso cui viene riconosciuto il rispetto di un determinato prodotto ai requisiti previsti e definiti in una specifica norma. 

 Tra queste ci sono, ad esempio, le certificazioni OGM, Biologico, BRC Gluten free, DOP, IGP, STG, DTP.

Molto importanti a livello mondiale e poco conosciute in Italia sono le certificazioni di qualità prodotto Kosher e Halal E IASC.  

 Il marchio Kosher perché è importante? 

 Perché un prodotto sia certificato kosher è necessario che esso soddisfi rigorosissimi standard di qualità e che tutte le procedure di produzione e confezionamento nonché ogni singolo ingrediente utilizzato nella sua preparazione siano conformi alle restrittive leggi del Kasheruth. L’estrema rigidità di queste norme costituisce una tutela per il consumatore indipendentemente dalla sua religione e nel tempo, ha reso la certificazione Kosher un marchio di qualità riconosciuto in tutto il mondo. In alcuni Paesi come l’America, infatti, i maggiori consumatori di prodotti Kosher non sono solo ebrei ma anche persone di altre religioni che ricercano in tale marchio una garanzia di qualità, genuinità e purezza.

Il marchio Halal cosa certifica? 

Il marchio Halal è una certificazione di qualità, di filiera e di prodotto comprendendo infatti non solo tutti i sistemi di controllo della qualità, le fasi di approvvigionamento delle materie prime o le fasi ed i processi di trasformazione, ma anche la logistica interna e di stoccaggio, il trasporto interno ed esterno fino al raggiungimento della destinazione finale.

Il marchio IASC (International, Aloe, Science, Council) è un marchio di certificazione sempre esterno alla ditta produttrice che va ad analizzare tutti i lotti di produzione e rilascia il suo sigillo solo a quei lotti che rientrano nei rigorosi range di controllo. 

Le certificazioni di prodotto sono nate per fornire al consumatore una maggiore garanzia sulla qualità del prodotto acquistato e di conseguenza sull’attenzione che l’azienda produttrice ha nei suoi confronti.

Ora sai perché Forever che opera a livello mondiale in 160 nazioni, per i suoi prodotti ha scelto marchi di certificazione di grande qualità come Kosher, Halal, IASC e ISO.

Viene certificato un Gel di Aloe Puro al 100% e in una confezione da un litro la percentuale di Gel è del 99,7% il restante 0,3% è di vitamina C, nessun altro ingrediente viene aggiunto grazie al sistema di lavorazione in asettico.

In questo momento stai bevendo aloe? 

Gel di Aloe o succo di aloe?

Controlla le certificazioni sulla confezione che hai in casa e poi dimmi quali hai trovato!

Alla fine il messaggio è questo, quando vai al supermercato, nel negozietto sotto casa, in erboristeria, in farmacia controlla bene ciò che stai per acquistare, il tuo benessere deve stare in primo piano.

Prodotti di qualità offrono vantaggi e risultati in più e non è detto che spendi di più.

Ti è stato utile leggere questi approfondimenti? 

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